Saturday 22 May 2010

Si celebra Rita, la santa dei casi disperati

Si celebra Rita, la santa dei casi disperati
Da Roma a Cascia feste e preghiere

Margherita, già moglie e madre, vissuta in Umbria dal 1381 al 1447, venne proclamata da Papa Leone XIII


ROMA - La chiamano la Santa degli «impossibili» , l’«Avvocata dei casi disperati». Perché la vita di Rita da Cascia è stata un susseguirsi di prodigi che hanno portato Margherita Lotti, questo il suo nome originario, ad essere proclamata Santa da Papa Leone XIII nel 1900. Per lei, infatti, durante la sua vita molto fu doloroso o difficile, ma nulla impossibile: compreso l’ingresso nel convento delle suore Agostiniane dopo aver trovato tre volte la porta sbarrata.

Celebrazioni per S.Rita nella basilica di Sant' Agostino a  Roma (Ap)
Celebrazioni per S.Rita nella basilica di Sant' Agostino a Roma (Ap)
LA LEGGENDA DEL VOLO - Una leggenda racconta come in piena notte fosse stata portata in volo dai suoi tre santi protettori – Sant’Agostino, San Giovanni Battista e San Nicola da Tolentino - dallo scoglio di Roccaporena, dove andava spesso a pregare, fin dentro le mura del monastero: solo allora la Badessa, capita la sua vera fede, l’accolse nel convento dove rimase per oltre 40 anni, dedicandosi alla preghiera. E per questo nel giorno della sua festa, il 22 maggio a mezzogiorno (che coincide con la data della sua scomparsa, il 22 maggio del 1447 a Cascia) , in molte chiese del mondo le si rivolge una «Supplica»: «A Voi che tutti chiamano la santa degli impossibili io ricorro nella fiducia di venir presto soccorso».

NEI LUOGHI NATII - Santa Rita nacque nel 1381 in un piccolo villaggio dell’Umbria, Roccaporena. Il primo evento straordinario fu quando, ancor piccolissima, in culla, uno sciame di api la circondò ma stranamente non la punse. Giovanissima, 13 anni, i suoi genitori ormai anziani la sposarono con Paolo Ferdinando Mancini, un uomo conosciuto per il suo carattere rissoso e brutale. Dal matrimonio nacquero due figli gemelli maschi: Giangiacomo e Paolo Maria. Ma la vita coniugale fu brutalmente spezzata dopo 18 anni con l’assassinio del marito in piena notte.
Rita chiese il perdono per gli assassini del marito e svolse una lunga opera di pacificazione con i suoi ragazzi che sentivano un dovere la vendetta per la morte del padre: pregò il Signore offrendo la vita dei figli pur di non veder le loro mani macchiate di sangue. Essi morirono un anno dopo il marito e fu allora che decise di seguire la sua prima vocazione ed entrare in convento.

La benedizione delle rose nella basilica di Santa Rita a  Cascia (foto Ansa)
La benedizione delle rose nella basilica di Santa Rita a Cascia (foto Ansa)
LA SPINA IN FRONTE - Tra gli avvenimenti prodigiosi della sua vita non va dimenticato quello che accadde il Venerdì santo del 1432: pregò intensamente di condividere la passione del Cristo. E secondo la tradizione una spina la colpì in piena fronte, rimanendovi fino alla sua morte, per 15 anni. A Roma la preghiera con la benedizione delle rose - che come vuole la tradizione vengono portate nella propria abitazione e fatte seccare per conservarle fino all’anno seguente - viene recitata nella chiesa a lei dedicata in via delle Vergini (di fronte al teatro Quirino) e nelle due grandi chiese Agostiniane di Santa Maria del Popolo e Sant’Agostino. Queste sono le principali per la devozione a Santa Rita, ma la supplica sarà recitata anche in altre le chiese della città, come in quella di Gesù e Maria a via del Corso.

A CASCIA CON LA GUIDA - Particolarmente belle le feste a Cascia, dove riposa nella grande basilica il corpo di Santa Rita, e dove si svolge una grande e lunga (proviene da Roccaporena) processione con le rose rosse, oltre che in molte altre città d’Italia o del mondo. «Santa Rita da Cascia – la vita e i luoghi» è l’ultimo volume uscito in ordine di tempo: scritto da Mario Polia e Massimo Chiappini (Edizioni San Paolo, 304 pagine, 18 euro) può costituire una guida per visitare in Umbria i piccoli paesi e le rocche che hanno contraddistinto la vita della Santa, che si è tutta svolta nella Valnerina (famosa per i tartufi neri, i salumi e le salsicce e la pesca delle trote), anche con l'ausilio di una mappa che ne ricostruisce gli itinerari artistico-religiosi.
Partendo da Roccaporena, suo luogo natale, a sei chilometri da Cascia e adesso collegata da una strada adeguata, val la pena di vedere il santuario a lei dedicato costruito negli anni Sessanta su progetto dell’architetto Oreste della Piana; qui si può visitare anche la cattedrale di San Montano, patrono del piccolo paese già ai tempi di Rita. In questa piccola chiesetta si celebrarono le sue nozze e qui sono sepolti i genitori, il marito e i suoi due figli.

LA ROCCIA E L'ORTO DEI MIRACOLI - Sempre a Roccaporena vi è la casa natale di santa Rita e poco lontano lungo la stessa strada l’abitazione di lei da sposata. Non vanno dimenticati la Roccia, dove secondo la tradizione la santa pregava intensamente e l’«Orto dei miracoli», annesso alla casa natale dove nel 1457 - in pieno inverno - sbocciò una rosa e maturò un frutto di fico, oggi entrambi simboli della santa.
A Cascia, oltre al santuario, degne di nota sono le due chiese di San Francesco e Sant’Agostino e il complesso di Santa Margherita. Vi sono anche due musei: quello di Sant’Antonio e di palazzo Santi. Tutta la Valnerina, però, è degna di nota: lungo il percorso si incontrano paesi come Scheggino, locande sul fiume e le famose cascate delle Marmore.

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